domenica 6 gennaio 2013
INTERVIEW #002, RUBINI
Come nasce la tua passione per la musica?
Dal nulla, sono stato io il primo a portare una cassetta a casa! (Paul Young "Love of the common people"). Poi alla fine degli anni '80 ho scoperto l'house music ed il djing ed ho capito che mi sarebbe piaciuto farlo.
Quali sono le emozioni che provi quando fai scatenare la pista?
E' una bella soddisfazione che premia il lungo lavoro che c'è dietro a questa professione apparentemente frivola.
Come definiresti un tuo dj set?
Eclettico, non lineare.
Preferisci la tecnologia digitale o ami il "vecchio" stile analogico?
Adoro i vinili, tuttora ne acquisto in quantità e quando posso li uso. Allo stesso tempo non mi piacciono i radicalismi, soprattutto se puramente estetici ed insensati. Uso quello che mi serve per esprimermi e cerco di non cadere nel seducente vortice "gear-headz" dove è più importante la lista delle macchine che la musica che ne vien fuori.
Quale è l' emozione più grande della tua carriera musicale?
"Le Cahier de Occelli" ha segnato una svolta nella mia vita professionale. Un pezzo nato per gioco con un video messo in piedi senza pretese che ha raccolto moltissimi apprezzamenti in giro per il mondo. In generale vedere la mia musica uscire sulla mia etichetta è sempre una bella emozione.
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